Perchè la mediazione familiare?
Nel corso della mia esperienza professionale, ho sentito sempre di più la necessità di fare particolare attenzione ai legami familiari che, in occasione della crisi del rapporto di coppia, subiscono traumi che possono divenire irreversibili.
Accade di frequente che l’accordo raggiunto tramite i legali in sede di regolamentazione dei rapporti, sia comunque insoddisfacente e riveli fragilità che provocano l’insorgere di ulteriori conflitti o l’inasprimento di quelli già esistenti. Nell’esecuzione dell’incarico, gli avvocati sono portatori della voce delle parti e, pertanto, il dialogo è filtrato dai legali. Se, in alcuni casi, trasferire la comunicazione dai coniugi o conviventi all’avvocato è circostanza indispensabile per l’alto livello di litigiosità dei clienti, in altri casi l’intervento dei professionisti del diritto dovrebbe essere contenuto ad una prima fase di consultazione ed una finale a conclusione di un percorso di mediazione familiare.
Attraverso la mediazione familiare, infatti, i clienti vengono aiutati ed educati alla comunicazione ed all’ascolto ed al rispetto l’uno dell’altro, con il fine ed il risultato che a raggiungere l’accordo saranno gli stessi protagonisti. Il ripristino e la facilitazione della comunicazione agevola la comprensione l’uno dell’altro e la trasformazione della crisi verso accordi che rispettino le esigenze di tutti coloro che sono coinvolti. Per questi motivi, secondo studi e statistiche effettuati, le crisi familiari trattate con la mediazione familiare danno luogo a patti e condizioni che vengono maggiormente rispettati ed hanno maggior garanzia di durata nel tempo.
Nel mese di febbraio del 2016, ho terminato il percorso di studi universitari che mi hanno consentito di ottenere il titolo accademico di mediatore familiare.